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Visualizzazione dei post da 2020

Maledetta liquidità - compriamo il tempo e non il tasso!

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Crisi, pessimismo, terrorismo mediatico, poca informazione e poca formazione, l'amico che fa sempre l'investimento giusto, il parente del "non è il momento per investire", quelle spese del "non si sa mai"... ...gli italiani, popolo di grandi risparmiatori (con ingenti somme sui conti correnti) ma di pessimi investitori. Perché gli italiani non investono? Sicuramente un ruolo importante lo ha avuto lo Stato ed il ruolo sociale che gli è stato attribuito in tema di assistenzialismo e servizi nel secondo dopoguerra.  Lo Stato aveva infatti il ruolo di assistere la totalità della popolazione dal punto di vista istruttivo (scuola), sanitario (ospedali e servizi sanitari gratuiti), pensionistico (INPS) e assistenzialistico (eventuali aiuti economici in caso di necessità).  Per queste motivazioni gli italiani non si sono mai curati di accantonare i propri risparmi in maniera efficiente per fronteggiare eventuali necessità future quali lo studio dei figli, la propri

ISM Manufactoring Index VS S&P 500

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Il raffronto fra ISM e S&P 500 - dati aggiornati al 02/11/2020 Che rapporto c'è fra l'ISM Manufactoring Index e lo S&P500? Facciamo un passo indietro, l'ISM Manufactoring Index rileva mensilmente lo stato di salute manifatturiero americano attraverso un'indagine condotta fra i direttori degli acquisti di diversi settori economici, i questionari inviati rilevano lo stato di salute dell'economia. Un risultato superiore a 50 di tale indice ci mostra un'espansione dei settori economici. Stando a quanto descritto in precedenza è chiaro che vi sia un legame più o meno diretto tra l'andamento della salute economica (ISM Index) ed uno dei principali indici azionari americani (l'S&P 500). Il grafico riportato in precedenza ci mostra come il forte recupero dell'ISM (scala a sinistra) abbia accompagnato una variazione su base annua dell'S&P 500 al rialzo (scala a destra). In quest'ultima fase si evidenzia come il calo di ottobre dell'

Le azioni sono costose? La storia del Price Earning Ratio

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Come è possibile che i mercati azionari (soprattutto quelli statunitensi) abbiano recuperato le perdite di marzo mentre gli utili delle aziende quotate sono in calo e le economie impiegheranno qualche anno prima di recuperare la perdita creata dal virus? La situazione attuale ci evidenzia quotazioni alle stelle...giustissimo, ma ciò non significa forzatamente che le azioni siano care. Dati Thomson Reuters Eikon Il grafico riportato sopra ci mostra l'evoluzione nel tempo di uno dei principali indicatori che viene utilizzato in analisi finanziaria: il rapporto tra il prezzo delle azioni e gli utili delle aziende (price/earning). Questo indicatore ci misura quante volte il prezzo delle azioni è rapportato rispetto agli utili che le stesse possono generare/distribuire. Un P/E basso quindi ci indica un'azione che quota poco rispetto agli utili (effettivi/prospettici) che l'azienda stessa può generare, al contrario un P/E alto ci dovrebbe indicare che quel titolo azionario è molt

Negatively Yielding Global Bonds

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Il grafico, elaborato da Bank of America, mostra come il quantitativo di obbligazioni mondiali con rendimenti negativi (tassi negativi) abbia raggiunto un nuovo record come nel 2019. Attualmente il volume di obbligazioni a rendimento negativo a livello mondiale ha un valore di quasi 17 trilioni di dollari. Questa situazione a che conclusioni puó portarci? La prima, e più semplice, è che trovare rendimento nel settore obbligazionario governativo sarà molto difficile e la seconda è che, in un’economia che fatica la ripresa, la permanenza di una politica economica di tassi bassi perdurerà ancora per un po’ di tempo. Trovare quindi rendimenti interessanti in investimenti di tipo “risk free” (a rischio limitato) è impossibile e, probabilmente, lo sarà per diverso tempo. Una soluzione? Procedere con una corretta diversificazione dei propri investimenti al fine di trovare interessanti rendimenti mantenendo un profilo di rischio contenuto.  Al prossimo grafico, Federico Rossi - Consulente Fina

Equity allocation by non-bank investors

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  Il posizionamento azionario negli anni - Grafico elaborato da JP Morgan Il grafico elaborato da JP Morgan evidenzia il peso globale della parte azionaria da parte degli investitori "non-bank" (investitori non istituzionali - privati) rispetto alla totalità del portafoglio complessivo detenuto (comprendendo obbligazioni e massa monetaria). Come evidenziato dal grafico siamo al di sotto della media "post Lehman" (2008) che si attesta attorno al 43% (linea tratteggiata in rosso). Attualmente il valore è pari al 41%, dato in crescita dopo il crollo di inizio trimestre dovuto alla paura della pandemia di Coronavirus che aveva visto un calo del posizionamento azionario medio al 37%. Attualmente ci troviamo al di sotto della media storica degli ultimi 20 anni (linea tratteggiata in bianco) e  un eventuale ritorno ai massimi recenti pari al 47,8% (2018) porterebbe ad un impatto del 32% di crescita sull'azionario internazionale. Al contrario il posizionamento obbligazi

Seasonality - S&P 500

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Rendimento medio bimestrale dal 1985 sull'indice S&P 500 - Dati Goldman Sachs Lo sapevi? Anche i mercati finanziari risentono della stagionalità e della "voglia di ferie". In questo istogramma si evidenzia il rendimento medio bimestrale del principale indice azionario americano, lo Standard and Poor's 500 (dove sono quotate le principali aziende americane), dal 1985. L'impatto visivo è decisamente forte, risulta molto evidente come l'ultimo trimestre dell'anno abbia generalmente maggiori ritorni in termini percentuali rispetto alla restante parte dell'anno; ma a cosa è dovuto questo? La fine dell'anno è solitamente spinta al rialzo da plurimi fattori tra cui:  1) volontà da parte delle aziende di raggiungere i budget annuali (una sorta di corsa alle vendite/fatturato entro la fine dell'anno)  2) stagione di acquisti da parte dei consumatori per imminente avvicinamento al periodo natalizio  3) fattore di investimento del premio produzione/tr

U.S. Real Retail - Food Services and Recessions

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Grafico elaborato da FED di St.Louis - Dati in milioni di dollari Il dato sulle vendite al dettaglio e sui servizi ristorativi può essere visto come un indicatore previsionale di un'imminente recessione? A leggere dal grafico aggiornato dalla FED di St. Louis si potrebbe proprio affermare di si. Si può infatti notare come, nelle aree cerchiate in rosso, un rallentamento delle vendite e dei consumi nel settore ristorativo (con una stagnazione) abbia predetto delle fasi di recessione (evidenziate in grigio). Negli Stati Uniti il peso delle vendite al dettaglio e dei servizi ristorativi sul Prodotto Interno Lordo è pari al 70% con una variazione annualizzata (aggiornata a giugno 2020) che ha segnato un timido 0,40%. Interessante è notare il rapidissimo rimbalzo delle vendite al dettaglio nella fase post Covid il che ci mostra, a fronte di un crollo decisamente marcato di questo indicatore, come ci si trovi di fronte ad una circostanza mai verificatasi in precedenza nella storia e di d

Heavy Trucks Sales And Recessions

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Vendite di camion e recessioni - rapporto elaborato su dati Federal Reserve di St. Louis I mercati finanziari tendono ad anticipare (o seguire) l'andamento dell'economia reale.  Esistono i più svariati indicatori che ci mostrano in che condizioni si trova l'economia di un paese, uno fra questi è certamente il dato relativo alla vendita di camion (Heavy Trucks) negli USA che, in maniera indiretta, ci mostra come crescano (o si contraggano) le movimentazioni di merci (e quindi i consumi) all'interno del paese a stelle e strisce. Stando al grafico postato quest'oggi vi è un rapporto diretto fra vendita di camion (in milioni) e andamento dei mercati finanziari (fasi di recessione in grigio). Secondo gli ultimi dati la vendita di mezzi di trasporto pesanti ha visto una crescita portandosi a 306k unità nel mese di Giugno dal precedente 282k di Maggio (dato più basso dal Maggio 2011). Il rapporto fra vendita di mezzi di trasporto ed economia mostra quindi come un veloce de

Bull Markets Analogs

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Trend degli ultimi mercati rialzisti da uno studio di Fidelity Stando ad uno studio condotto da Fidelity (aggiornato settimanalmente) l'andamento attuale del mercato finanziario statunitense sta ricalcando il rimbalzo dal punto di minimo avvenuto nel 2007/2008 (crisi Lehman Brothers). Da un punto di vista tecnico il superamento di importanti livelli sui listini americani ha confermato e rafforzato il trend avvenuto negli ultimi mesi con rialzi spinti dall'euforia della ripartenza economica e dagli ingenti aiuti provenienti sia dalla Banca Centrale Americana (FED) che dall'amministrazione Trump. Ricordiamo che quest'anno siamo nell'anno elettorale americano, al di là della questione Covid-19 potranno verificarsi ulteriori momenti di alta volatilità sui mercati dovuti anche all'ipotesi di una vittoria da parte dei Democratici guidati da Biden. Ipotesi quest'ultima che, in un'ottica di ingenti spese pubbliche e programmi di tassazione dei redditi societari

S&P 500 - No Commercial Net Long Futures

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Il grafico ci mostra il posizionamento degli investitori "non - commercial" (privati) rispetto ad uno dei principali indici azionari americani, l'S&P 500, che racchiude le principali aziende americane quotate in borsa. Il grafico ci mostra come il posizionamento long (in acquisto) sull'indice sia, al contrario, un posizionamento netto negativo (di vendita) da parte dei piccoli investitori che, appunto, scommettono su di un calo dell'indice in futuro. Ma come è andata questa "view" da parte dei piccoli risparmiatori in tempi recenti? Se andiamo ad analizzare il grafico un posizionamento netto corto (di vendita dell'indice/posizionamento ribassista) da parte dei piccoli risparmiatori (non - commercial) c'è stato nel primo trimestre del 2019 andando a sfiorare una posizionamento complessivo pari a circa -20. Questa situazione è stata certamente causata da un trimestre finale del 2018 che ha visto un calo dell'indice molto importante e sembra

World Mobility Trends

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Dati sulla mobilità dei veicoli forniti da Apple e rielaborati da Morgan Stanley Mobilità e mercati finanziari? Il detto "far girare l'economia" in qualche modo ci fa capire come essi siano collegati e ci aiutano a capire se, in tempo di Coronavirus, l'economia di differenti paesi stia più o meno riprendendo i propri ritmi abituali. I dati (con valori medi settimanali) ci mostrano come le aree geografiche che maggiormente abbiano visto un recupero dell'economia nelle ultime settimane siano stati gli USA e la Germania.  L'Italia risulta ancora un paese che ha avuto per primo un rallentamento della circolazione (a causa del lockdown) e fatica ancora a far ritornare la situazione come al mese di gennaio. A livello di mercati finanziari questa veloce ripresa della circolazione (e dell'economia) da parte degli Stati Uniti ben si lega al recupero degli indici finanziari che c'è stato dalla fine di marzo. La speranza è che il recupero della mobilità, magari i

Secular Bull and Bear Market

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Andamento secolare dei mercati - Fonte Bank of America In un'analisi svolta da Bank of America si evidenzia il ciclo secolare dei mercati. Secondo questa visione di lungo periodo attualmente ci troveremmo in una correzione ciclica che avviene all'incirca al diciassettesimo anno di mercato storicamente rialzista. Le similitudini, anche grafiche, con le precedenti casistiche fanno ipotizzare che questa view da parte di una delle più grosse banche d'affari americane abbia una sua base logica. Il crollo avvenuto nel marzo di quest'anno infatti assomiglia per intensità e breve durata a quello avvenuto nel più recente 1987 che ha mostrato, sui mercati americani, un crollo quasi verticale ed una ripresa repentina nei mesi successivi (una "V recovery"). C'è da considerare però che ci troviamo in una condizione mai verificata prima causato da un  fattore esogeno (il virus) che ha costretto il mondo ad uno stop forzato e con le Banche Centrali che hanno portato i

Don't fight the FED

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Gli interventi della banca centrale americana ed i recuperi dei mercati nelle ultime crisi Il motto "Don't fight the FED" trova luce nel fatto che, generalmente, le decisioni di politica economica da parte della Banca Centrale Americana abbiano, in tutti i tempi, determinato l'andamento dei mercati finanziari e, più in generale, l'economia statunitense. Con l'avvento del Covid e di fronte al rischio di concreta recessione dell'economia statunitense la FED ha agito in maniera molto decisa andando a tagliare in maniera importante i tassi ed andando ad ampliare il programma di acquisto di titoli di Stato sul mercato (in modo da dare liquidità all'economia). Nel contempo la FED ha recentemente dichiarato di aver dato l'incipit all'acquisto di titoli obbligazionari corporate (emessi dalle aziende) in modo da sostenerle in questo periodo difficile. Il grafico sviluppato da Fidelity mostra come negli anni l'aiuto da parte della Banca Centrale Amer

U.S.A. Unemployment Rate and Corporate Bankruptcies

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Tasso di disoccupazione e tasso di fallimento a raffronto - Fonte Nordea Il tasso di disoccupazione negli USA è salito a livelli mai raggiunti prima ma non è stato accompagnato da un aumento dei fallimenti, ciò ci mostra come questa crisi sia molto differente dalla precedente (2008) dove la disoccupazione è stata principalmente dovuta ad una serie di fallimenti nelle aziende americane. L'aiuto della Banca Centrale Americana può aiutare ad attutire il colpo ed evitare il concatenarsi di nuovi fallimenti facendo così rientrare nel mondo del lavoro la buona parte dei disoccupati che si sono andati a creare. Al prossimo grafico, Federico Rossi - Consulente Finanziario

Il rischio longevità: un'opportunità per pianificare il futuro

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Manifestazione pensionati - Giugno 2019 "Il quadro demografico italiano è caratterizzato da una significativa crescita della sopravvivenza e da un altrettanto marcato calo della natalità, con un conseguente invecchiamento della popolazione molto più veloce rispetto al resto d’Europa." Questa è l'apertura del capitolo 3 del Rapporto Annuale ISTAT 2019. L'indice di vecchiaia *  è cresciuto in dieci anni di oltre il 20%  mentre quello di natalità nello stesso periodo è sceso del 23%  circa; l'età media si è alzata fino a raggiungere i 45   anni  con un'aspettativa di vita che dal 2009 è aumentata del 2%  facendo quindi ancor più incrementare il numero di popolazione over 60 rispetto a quella collocata nella fascia dei 30 anni.  La popolazione italiana nella fascia over 65 (circa al termine dell'età lavorativa) nel 2019 rispetto alla popolazione in età lavorativa mostrava una crescita nel rapporto di oltre il 5%  rispetto a 10 anni prima. Ne

Cambio di prospettiva: i mercati finanziari da un diverso punto di vista

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Il Gruppo del Brenta visto dalla mia cucina Il  caffè mattutino è un rito sacrosanto, è un momento in cui si deve prendere tutta l'energia per la giornata e pensare come affrontare al meglio le sfide ed i pensieri che ci si presenteranno. Mentre sorseggio il caffè lo sguardo scappa sempre fuori dalla finestra che mi dà un primo spunto su come potrà essere la giornata. Delle volte vedo paesaggi mozzafiato con il Gruppo del Brenta che si colora di colori caldi; alle volte il Gruppo del Brenta non ho proprio modo di poterlo vedere... Il lavoro di consulente finanziario (e la vita da investitore) molte volte è la stessa, così come il meteo non è governabile non lo sono nemmeno i mercati finanziari e, di conseguenza, le nostre emozioni. Le fasi dell'investitore passano dalla felicità/euforia quando i mercati crescono alla disperazione/panico nei momenti in cui i mercati finanziari scendono a causa di fattori economici o politici. I sentimenti degli investito

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