Il rischio longevità: un'opportunità per pianificare il futuro


Manifestazione pensionati - Giugno 2019

"Il quadro demografico italiano è caratterizzato da una significativa crescita della sopravvivenza e da un altrettanto marcato calo della natalità, con un conseguente invecchiamento della popolazione molto più veloce rispetto al resto d’Europa."
Questa è l'apertura del capitolo 3 del Rapporto Annuale ISTAT 2019.

L'indice di vecchiaia* è cresciuto in dieci anni di oltre il 20% mentre quello di natalità nello stesso periodo è sceso del 23% circa; l'età media si è alzata fino a raggiungere i 45 anni con un'aspettativa di vita che dal 2009 è aumentata del 2% facendo quindi ancor più incrementare il numero di popolazione over 60 rispetto a quella collocata nella fascia dei 30 anni. 
La popolazione italiana nella fascia over 65 (circa al termine dell'età lavorativa) nel 2019 rispetto alla popolazione in età lavorativa mostrava una crescita nel rapporto di oltre il 5% rispetto a 10 anni prima.

Nello stesso periodo l'INPS ha mostrato un disavanzo** persistentemente negativo (in crescita anno su anno) con un leggero miglioramento nel 2019 attestandosi a 6,38 miliardi di Euro (per la prima volta in calo rispetto ai 7,84 miliardi dell'anno precedente).

In uno scenario simile come è possibile pensare che il sistema pubblico sarà in grado di sostenere le pensioni future quando il numero di lavoratori continuerà a diminuire rispetto ad un numero di pensionati che aumenterà ed avrà una maggiore aspettativa di vita?

L'accumulazione nel tempo

Ma quindi in questo contesto cosa implica il rischio di longevità?
Si tratta tipicamente di un rischio poco considerato dalle persone e derivante dal fatto che mediamente si arriverà a vivere più a lungo. Esso non è (erroneamente) percepito come un rischio in quanto non si associa ad un evento negativo (vivere più a lungo). Nella realtà assieme all'opportunità di vivere più a lungo si associa la necessità di avere maggiori disponibilità finanziarie per mantenere il tenore di vita in futuro.

Il gap evidenziato nei paragrafi precedenti evidenzia come il sistema previdenziale pubblico possa andare incontro ad importanti problemi nei prossimi decenni ai quali si dovrà trovare una soluzione fin da subito (limitando ad esempio la rivalutazione delle pensioni - processo già in atto e che porterà ad un effetto negativo sul potere d'acquisto - oppure rivedendo i requisiti minimi d'età o contributi per l'accesso al pensionamento).
Le variazioni avvenute negli anni nel sistema pensionistico pubblico (passando da un sistema retributivo - basato sugli ultimi stipendi - a quello contributivo - basato sui versamenti effettivamente fatti negli anni) hanno via via ridotto il cosiddetto tasso di sostituzione*** che, con il vecchio sistema pensionistico, si attestava a valori vicini all'80% mentre, sui dati attuali, ha visto una forte riduzione percentuale.

Andamento del tasso di sostituzione negli anni - Fonte Money.it

Come evidenziato dalla tabella precedente risulta quindi chiaro come le condizioni di pensionamento dei lavoratori andranno via via peggiorando negli anni con una riduzione del tasso di sostituzione che nell'arco di 50 anni potrà essere quantificata in un 10% (sulla base delle leggi attualmente in atto).

E quindi come ci si deve comportare per ovviare a questi problemi?
In un'ottica di obiettivi di lungo termine iniziare ad accumulare ed investire una parte dei risparmi fin dalla giovane età è una soluzione che ci aiuterà ad integrare le pensioni future e a mantenere il potere d'acquisto nel tempo.
In finanza questa "quota" è definita pari a circa il 10/15% dello stipendio netto mensile.

L'andamento dell'indice MSCI World (Indice Azionario Mondiale)

Come evidenziato dal grafico sopra, i mercati sul lungo periodo (ipotizzando un periodo lavorativo pari a 35/40 anni) hanno sempre dato performance positive, riuscendo a superare i momenti di pessimismo e di criticità.

Molte volte in qualità di risparmiatori ed investitori ci si fa influenzare dagli andamenti dell'economia e della finanza nel brevissimo termine mentre, nella realtà, gli obiettivi che ci si deve porre sono per la serenità del nostro futuro andando, eventualmente, a bilanciare il portafoglio su soluzioni via via meno rischiose man a mano che ci si avvicina all'obbiettivo (età pensionabile) per poter consolidare le performance.

I consigli quindi quali sono?
Iniziare ad investire fin da giovani delle piccole somme e non lasciarsi coinvolgere dagli eventi di breve durata che possono farci deviare dagli obiettivi che ci siamo prefissati.

Incominciare fin da subito, con metodo (prestabilito).
Negli investimenti infatti i risultati sono dati da due fattori principali
  1. il tempo (che fa lavorare i risparmi)
  2. il metodo (non lasciarsi sopraffare dagli avvenimenti nel corso del proprio cammino)
Ricordiamoci che (come mio motto) "Non è mai troppo tardi per iniziare a pianificare il proprio futuro".

Alla prossima
Federico Rossi



*l'indice di vecchiaia rapporta il numero di over 64 anni rispetto ai giovani al di sotto dei 15 anni
**In un bilancio sta ad indicare una maggiore consistenza delle uscite rispetto alle entrate
***Il tasso di sostituzione indica il rapporto fra il reddito del primo anno di pensionamento e l'ultima annualità di stipendio ante pensionamento

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